Origini storiche
Lo Yungdrung Bön, o l’Eterno Bön, è una delle tradizioni spirituali più antiche del mondo ed è la più antica religione organizzata praticata tutt’oggi. Rimase prevalente in tutte le aree geo-culturali tibetane fino all’avvento del Buddismo nell’VIII secolo.
Le sue origini tracciano radici antichissime al Buddha Tönpa Shenrap Miwoche, la cui data di nascita è discussa da diverse versioni, fra le quali la più comune e divulgata all’interno delle fonti originali bönnpo, colloca la sua manifestazione nell’anno del Topo di Legno 16.017 a.C. nell’antica terra di Tazig, Olmo Lungring, identificata da alcuni antropologi e studiosi moderni come lo Zhang Zhung. I suoi insegnamenti sono stati tramandati di maestro in discepolo con trasmissione orale in un lignaggio puro ed ininterrotto per decine di migliaia di anni fino ad oggi.
Yungdrung Bön viene talvolta tradotto come “Eterna Luce”, “Eterno Dharma” o “Insegnamento per l’illuminazione”. La parola yungdrung in tibetano corrisponde aswastika in sanscrito, e simboleggia l’interdipendenza di tutti i fenomeni nell’universo e l’unione dei 5 elementi che compongono tutto l’universo manifesto, ma anche il ciclo di rinascita (samsara) entro il quale è possibile per mezzo della pratica degli insegnamenti del Buddha ottenere l’illuminazione (nirvana).
La saggezza di questa tradizione pre-buddhista è stata divulgata e praticata dalle popolazioni autoctone del plateau himalayano, così come in gran parte delle terre e popolazioni dell’Eurasia. Lo Yungdrung Bön è una tradizione spirituale con una struttura complessa e completa contenente nei suoi insegnamenti, sia elementi di origine sciamanica, sia le Cinque Scienze maggiori come medicina, astrologia, grammatica e poesia, arte e la scienza interiore o Dharma.
Come nel Buddhismo, anche le scritture canoniche dello Yungdrung Bön sono divise in due grandi raccolte: il Kanjur di 113 volumi contenenti gli insegnamenti del Buddha Tönpa Shenrap, suddivisi a loro volta in sezioni, ognuna delle quali contiene insegnamenti dalla cosmogonia alle formule rituali, dalle pratiche tantriche a quelle dello Dzogchen (Grande Perfezione), il più elevato degli insegnamenti Bön. Infine il Katen di 239 volumi, contenente i commentari degli insegnamenti esposti nel Tanjur.
Buddha Tönpa Shenrap Miwoche
- il Drimé gZi-brjid (‘dus pa rin po che’i rgyud dri ma med pa gzi brjid rab tu ‘bar ba’i mdo) – versione estesa composta da 61 capitoli, raccolti in 12 volumi (parzialmente tradotta dal noto tibetologo David Snellgrove in “Nine Ways Of Bon, The: Excerpts From gZi-brjid“) -;
- lo gZer mig (‘dus pa rin po che’i rgyud gzer mig) – versione mediana composta da 18 capitoli, raccolti in due volumi -;
- la mDo’ Dus – versione condensata breve, composta da 24 capitoli e raccolti in unico volume -.
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- Tön: rivelare, – nangsri ye sri sa ler tonpe na ton -; colui che rivela chiaramente sia la verità assoluta che relativa.
- Pa: padre, – kye dro sem chen bu tar so we pa -; colui che nutre tutti gli esseri senzienti come farebbe per i suoi figli.
- Shen: – bön nyi ying su sem nyi dal we shen -; colui che ha ottenuto la grande perfezione nella natura della mente.
- Rap: il migliore, supremo, – dro we dhon du trul ne jon pe na rap -; colui che si è manifestato per il bene di tutti gli esseri senzienti.
- Mi: essere umano, – ku dho chak tsen mi ru ton pe na mi -; colui che si è manifestato in forma umana.
- Wo: traboccantee, – to gyü ché gyü dü tsi wo we wo –
Olmo Lungring ed i Mu Shen
La tradizionale storia di Buddha Tönpa Shenrap narra che discese dai reami celesti e si manifestò ai piedi del Monte Meru, e prese una nascita principesca come figlio del re Gyal Tokar e della regina Zanga Ringum, nel luminoso giardino ricco di fiori meravigliosi di un palazzo a sud del monte Yungdrung Gutseg, nella terra di Olmo Lungring, all’alba dell’ottavo giorno del primo mese del primo anno del topo di legno. Nacque nel clan Mu Shen, un lignaggio famigliare sacro benedetto da Shenlha Ökar (il Buddha della Compassione). Molto più tardi nella storia, i discendenti di questo lignaggio si trasferirono nell’area di Tsang in Tibet e divennero noti come Shen-Tsang, tutt’oggi ancora presenti in Tibet. Tönpa Shenrap si sposò giovane ed ebbe dei figli. A 31 anni rinunciò alla vita mondana per diventare monaco totalmente ordinato sotto la guida di Drangsong Lekden Gyalwa, il reggente del settimo Buddha del Bön, da cui ricevette il nome monastico di Tritsuk Gyalwa (vittorioso trono con la corona come ornamento).
L'area evidenziata di grigio indica lo spazio geografico coperto dal regno Zhang Zhung
Secondo vaste ricerche attuate da alcuni tibetologi e antropologi di diverse nazionalità, in stretta collaborazione con Sua Santità 33° Menri Trizin Lungtok Tenpai Nyima Rinpoche e Sua Eminenza Yongdzin Tenzin Namdak Rinpoche, raccolte ed approfondite dalla Foundation for the Preservation of Yungdrung Bön, è stato asserito che è possibile classificare il Bön come un complesso fenomeno poliedrico, che attraverso i millenni ha manifestato quattro principali tradizioni religiose e culturali ben definite:
- gDod ma’i Bön: il Bön preistorico dello Zhang Zhung e del Tibet, un sistema estremamente antico di credenze e pratiche rituali, tutt’oggi largamente estinto. Una piccola parte di esso è rappresentata dalle tradizioni del lha pa e dpa’bo, comparabile allo sciamanesimo siberiano;
- Yungdrung Bön: a volte chiamato anche Bön Nyingma (Bön antico), gli insegnamenti del Buddha dell’Asia Centrale Mu ra ta hen, anche conosciuto in Tibet come Tönpa Shenrap Miwo;
- Bön Sarma o Nuovo Bön: una tradizione sincretica nata nell’VIII secolo dall’unione tra lo Yungdrung Bön ed il Buddhismo di Buddha Shakyamuni, introdotto dall’India;
Questa è la tradizionale triplice classificaficazione delle religioni Bön trovate nel testo Yungdrung Bön intitolato Legs bshad rin po che’i gter mdzod di Shardza Tashi Gyaltsen (1902-1973).
Nello Zer mig si parla anche dei bod kyi bonpo, i seguaci del gDod ma’i Bön come oppositori degli Shenpo (i seguaci dello Yungdrung Bön).
- Bön Misto: fusione tra questi tre tipi di Bön in differenti proporzioni, spesso con l’addizione di elementi da altre religioni/ tradizioni filosofiche adiacenti, come Induismo, Taoismo, religioni tribali autoctone himalayane, credenze native siberiane.
Il Bön Misto potrebbe includere il Bön Secolare, la religione civile delle terre di confine – studiate da Charles Ramble nel suo “The Navel of the Demoness” -, come il Bo Murgel della Buryazia, la religione del Naxi nello Yunnan, ecc…
Le persecuzioni e la rinascita del Bön
La religione Bön durante la sua lunga storia ha subito due forti persecuzioni. La prima accadde durante la monarchia del re Drigum Tsenpo nel VII sec. a.C. Ogni cosa tranne il “Bön della Causalità” (rgyu’i bon: le prime Quattro Vie dei Nove Veicoli) fu abolito e la maggior parte dei suoi praticanti furono banditi. Furono tuttavia abili nel nascondere molti testi come terma (Wy: gTer-ma, tesoro) che sarebbero stati riscoperti più tardi nel tempo da tertön (Wy: gTer-stön, scopritori di tesori).
Con l’interesse in aumento riguardo il Buddhismo ed il suo insediamento in Tibet, come nuova religione di Stato e con la fondazione del Monastero Samye (bSam-yas) nel 779 d.C., il Bön fu generalmente scoraggiato e ne conseguì un serio tentativo di sradicarlo e provocarne l’estinzione. Questa fu la seconda persecuzione del Bön, attuata per mano del Re Trisong Detsen (Khri-srong lde-btsan). Tuttavia, gli aderenti al Bön, tra la nobiltà ed in special modo tra le persone comuni, che avevano seguito le credenze Bön per generazioni, mantennero i loro legami e convinzioni religiose, ed il Bön sopravvisse. Nuovamente durante questo periodo di persecuzione, molti sacerdoti del Bön furono banditi e costretti a scappare dal cuore del Tibet, ma riuscirono a nascondere le loro scritture per paura della loro distruzione e al fine di preservarle per le generazioni future.
Uno dei più grandi bonpo di quel tempo fu Drenpa Namkha, il quale giocò un importante ruolo durante la seconda persecuzione del Bön. La tramandazione orale enuncia che Drenpa Namkha capeggiò la parte bonpo in una lotta contro i buddhisti, organizzata dal re tibetano, per scoprire quale delle due parti avesse maggiori poteri miracolosi. I bonpo persero la contesa e ne conseguirono sia una diaspora causata dalla paura per la propria vita, sia, per molti, la conversione al Buddhismo. Mentre apparentemente Drenpa Namkha sembrava abbracciare Buddhismo per timore di essere ucciso, in realtà lo fece per preservare in segreto gli insegnamenti del Bön, salvandolo così dalla completa eradicazione.
Tra l’ VIII ed l’ XI secolo la pratica del Bön venne fatta prevalentemente in modo clandestino. L’anno 1017 segnò la rinascita del Bön, che cominciò con Shenchen Luga (996-1035) che scoprì un importante numero di importanti testi nascosti. Con le sue scoperte, il Bön riemerse come una religione sistematizzata. Shenchen Luga nacque nel clan Mu Shen, discendente di Kongtsa Wangden, uno dei figli di Tönpa Shenrap. I discendenti della sua nobile famiglia vivente in Tibet.
Shenchen Luga ebbe un largo seguito. A tre dei suoi discepoli affidò il compito di continuare la trasmissione di tre differenti tradizioni. Al primo, Druchen Namkha Yungdrung nato nel clan Dru, che emigrò in Tibet da Druzha (nel Gilgit, Pakistan), gli affidò lo studio della cosmologia e della metafisica (mDzod-phug e Gab-pa). Fu a tal fine che uno dei suoi discepoli e parenti, Bruje Yungdrung Lama, fondò il monastero di Yeru Wensakha nella pronvincia dello Tsang nel 1072.
Questo monastero rimase un grande centro di apprendimento fino al 1386, in cui fu gravemente danneggiato da un’inondazione. Nonostante il declino del Yeru Wensakha, la famiglia Dru continuò a sponsorizzare la religione Bön, ma si estinse nel XIX secolo quando, per la seconda volta, fu trovata una reincarnazione del Panchen Lama nella loro famiglia.
Al secondo discepolo Zhuye Legpo fu assegnato di mantenere gli insegnamenti e le pratiche Dzogchen. Fondò il monastero di Kyikhar Rizhing. I discendenti della famiglia Zhu ora vivono in India. Il terzo discepolo Paton Palchog, si prese la responsabilità di sostenere gli insegnamenti tantrici. Anche la famiglia Pa esiste ancora tutt’oggi.
Un altro importante maestro di quel tempo fu Meukhepa Palchen (1052) del clan Meu, fondò il monastero Zangri e diventò un altro importante centro di studi filosofici. Così in questo periodo storico i bonpo fondarono ben quattro importanti monasteri e centri di studio, tutti nella provincia dello Tsang (Tibet centrale).
Menri Trizin, il Capo Spirituale del Bön
Nel 1405 il grande maestro bonpo Nyamme Sherap Gyaltsen, del clan Yangton (1356-1415), fondò il Monastero Menri vicino al sito del Yeru Wensakha. Nel 1834 vennero fondati nella stessa zona il monastero Yungdrung Ling e Kharna. Questi monasteri rimasero i più importanti della tradizione Bön fino a quando la Rivoluzione Culturale Cinese assunse il potere su territorio tibetano nel 1959. Ispirati da questi ultimi, molti altri monasteri vennero costruiti in Tibet, specialmente nell’area di Khyungpo, nel Kham, nel Amdo, Gyarong e nell’area del Hor, in tal modo che a partire dall’inizio del XX secolo si arrivò ad avere 330 monasteri bonpo in Tibet.
Gli avi di Nyamme Sherap Gyaltsen del lignaggio Yangton discendono da Sinbon Yangngal e Yangngal Gyimgong, discepoli del Buddha Tönpa Shenrap Miwo.
Nyamme Sherap Gyaltsen fu specialmente venerato per i suoi grandi successi e realizzazioni. Era conosciuto come un grande riformatore e rinvigorì la tradizione monastica bonpo, facendo fiorire molti monasteri. Fu anche il primo maestro ad unire e detenere tutte le trasmissioni ed iniziazioni di tutti i lignaggi di Sutra, Tantra e Dzogchen dello Yungdrung Bön.
Morì a 60 anni. Durante la cremazione, apparvero molti arcobaleni e un’aquila fece il giro tre volte intorno alla zona della cremazione prima di scomparire a Ovest. Viene ricordato come il Secondo Buddha dello Yungdrung Bön.
Tutte queste trasmissioni continuarono ad essere fornite, di maestro in discepolo e da ognuno dei successivi abati di Menri fino ad oggi. Con il tempo l’Abate di Menri iniziò ad essere considerato come il Capo della religione Bön. Questa tradizione spirituale venne ufficialmente riconosciuta dal governo tibetano in esilio nel 1977 nella persona del XIV Dalai Lama Tenzin Gyamtso, sancendo così una fine alle persecuzioni e settarietà avvenute per secoli tra le scuole buddhiste sviluppatesi in Tibet ed il Bön.
L’attuale Abate di Menri (il 34° nella successione), Capo spirituale della comunità bonpo internazionale è Sua Santità Lungtok Dawa Dhargyal Rinpoche.
Geshe Tenzin Wangyal Rinpoche fa una breve introduzione sulla tradizione Bön
Geshe Tenzin Wangyal Rinpoche, in quest'intervista fa un confronto tra i Veicoli Causali nel Bön e lo sciamanesimo himalayano
Fino a tempi molto recenti, gli antichi insegnamenti del Bön venivano offerti a pochi studenti di ogni generazione. Ora, i suoi lama stanno cercando di diffondere questa ricca tradizione spirituale a molti fortunati studenti occidentali. Attraverso l’ incessante impegno di Sua Santità Lungtok Tenpai Nyima Rinpoche, il 33° Menri Trizin (fino alla sua morte, il 14/09/17) e di Sua Eminenza Yongdzin Tenzin Namdak Rinpoche, maestro più anziano della tradizione Bön, è stato possibile costruire all’infuori dei confini del Tibet due nuovi monasteri. Il Monastero Tashi Menri Ling, primariamente stabilito in Tibet nel 1405 da Nyamme Sherap Gyaltsen, è stato fatto ricostruire a Dolanji, in India nel 1967 da S.S. Lugtok Tenpai Nyima Rinpoche ed il Monastero Triten Norbutse, costruito in Tibet nel XIV secolo, è stato fatto ristabilire a Kathmandu in Nepal nel 1987 da S.E. Yongdzin Rinpoche. Entrambi i monasteri hanno scuole qualificate per fornire il dottorato di Geshe. Il Monastero di Menri possiede anche una scuola elementare fino all’ottavo anno di età ed un orfanotrofio con più di 150 tra bambini maschi e femmine.
foto sopra: Monastero Menri, Dholanji (India) - residenza di Sua Santità Menri Trizin, capo spirituale del Bön
foto sotto: Monastero Triten Norbutse, Kathmandu (Nepal)
Nella foto in sequenza da sinistra verso destra: S.E. Kyabje Yongdzin Tenzin Namdak Rinpoche, S.S. 34° Menri Trizin Lungtok Dawa Dhargyal Rinpoche, S.S. 33° Menri Trizin Kyabje Lungtok Tenpai Nyima Rinpoche, S.E. Menri Lopon Thinley Nyima Yangton Rinpoche, S.E. Khenpo Tenpa Yungdrung Rinpoche e Geshe Tenzin Wangyal Rinpoche
Citazione e foto tratte dal frontespizio del libro ‘I Miracoli della Mente Naturale di Geshe Tenzin Wangyal Rinpoche, 2000
Fonti bibliografiche per le citazioni storiche qui sopra:
– “Wonders Of the Natural Mind”, Geshe Tenzin Wangyal Rinpoche
– “Bө and Bön: ancient shamanic traditions of Siberia and Tibet and their relation to the teachings of a Central Asian Buddha”, Dmitry Ermakov
– Insegnamenti di S.E. Yongdzin Tenzin Namdak Rinpoche estratti da testi pubblicati da Foundation for the Preservation of Yungdrung Bön e da Shenten Dargye Ling
– “Escape From Darkness”, Sangmo Yangri Ph.D.
– “The Bon Religion of Tibet”, e “Chronological table of the Bonpo” di Per Kavǣrne
– “The Treasury of Good Sayings”, Samten Karmay
– “Nine Ways Of Bon, The: Excerpts From Gzi-brjid”, David Snellgrove
– “Bonpo Dzogchen Teachings”, Lopon Tenzin Namdak
– “The Twelve Deeds”, Richard Guard and Sangye Tendar
Altre letture di approfondimento consigliate da Ligmincha International:
Samten G. Karmay and Jeff Watt, Bon: The Magic Word: The Indigenous Religion of Tibet, Philip Wilson Publishers, 2007.
Christoph Baumer, The Ancient Religion Bön, Weatherhill, 2002.
Geoffrey Samuel, Civilized Shamans: Buddhism in Tibetan Societies, Smithstonian Institute Press, 1993.